eccessi… Eccelsi
“Il mondo non può diventare tutto un’officina… come si andrà imparando l’arte della vita, si troverà alla fine che tutte le cose belle sono anche necessarie.”
Così scrive John Ruskin in I luoghi dell’arte a metà dell’ottocento, lo scenario è quello della prima rivoluzione industriale e il filosofo inglese lancia un grido di protesta rivendicando la superiorità dell’uomo sulla macchina, auspicandosi la tecnologia al servizio dell’uomo. Forse a più di centocinquanta anni le parole del filosofo visionario, osteggiato e criticato dai suoi contemporanei, incrociano oggi uno scenario fertile: ci troviamo agli albori di uno sviluppo tecnologico che porta alla concretizzazione di quelle parole premonitrici. Per primo il mondo del gioiello ha intravisto nella combinazione delle nuove tecnologie CAD-CAM la svolta necessaria per ampliare gli orizzonti produttivi e creativi. Con questo non voglio intendere che la cultura artigiana debba scomparire, anzi la conoscenza della tecnica dell’uomo faber, teorizzata da R.Settet, è sempre sottintesa a qualsiasi processo tecnologico elettronico, la cultura materiale deve sostenere ciascun processo di fabbricazione digitale .