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Un'intervista allo specchio, l'architetto Andrea Quartieri si presenta, eclettismo e professionalità.

Ho esposto almeno una ventina di volte tra mostre personali e collettive, alcune mie opere sono negli uffici di Ferrari e Ducati.

Un’intervista allo specchio: l’architetto Andrea Quartieri si presenta... eclettismo e professionalità.

Andrea Quartieri, di che cosa ti occupi, qual è la tua formazione?

Sono un architetto, mi sono laureato venti anni fa a Firenze, dopodiché ho cominciato la libera professione aprendo uno Studio a Bologna insieme ad altri amici neo-laureati come me, senza fare, di fatto, la classica gavetta presso qualche altro progettista. Questo Studio si chiamava SOS Architettura, teoricamente nato per venire in soccorso agli altri architetti con eccesso di lavoro, si è invece subito distinto affrontando direttamente delle realizzazioni con committenti veri e propri. Facilitato dal fatto che eravamo uno Studio-Negozio con vetrina, siamo riusciti ad acquisire clienti di passaggio, anche famosi, come nel caso del primo locale ristorante-pub Planet Sport Cafè, dove i nostri clienti erano i più importanti e famosi allenatori di basket italiani. Questo lavoro ha segnato la mia carriera, in seguito infatti abbiamo progettato il Godot Wine Bar che ha avuto successo per diversi anni, qualche anno più tardi lo Studio si è scisso ed ho aperto Q.ARch Studio associato insieme a mio fratello Roberto, anche lui architetto e socio in SOS Architettura. I lavori svolti con Q.ARch sono stati molto diversi fra loro, abbiamo affrontato progetti di appartamenti, negozi, uffici, studi professionali, ristoranti, bar, curando tutti gli aspetti dell’iter progettuale, dal progetto di massima a quello esecutivo fino a curarne la Direzione Lavori.

Hai quindi realizzato solo progetti di Interior Design o hai fatto anche altre cose all’interno di Q.ARch…?

Una decina di anni fa ho trascorso molto tempo a disegnare elementi di arredo come tavoli, librerie, letti, sedie, divani, complementi di arredo. Siamo riusciti a farci produrre un paio di appendiabiti e una libreria da una azienda leader di Cantù che realizza i progetti del famoso designer Ron Arad. Molti progetti sono stati selezionati da altre aziende, sono stati fatti anche dei prototipi, ma mi sono dovuto scontrare con situazioni poco piacevoli essendo un designer provinciale non facente parte della stretta cerchia di Milano e Brianza, per cui i miei progetti sono stati messi da parte su pressione anche degli stessi designers locali per paura di una invasione di campo da parte mia. Oltre al Design di arredi e complementi di arredo mi sono cimentato con la progettazione grafica legata al progetto architettonico creando una sorta di immagine coordinata locale progettato-grafica. Abbiamo quindi realizzato il logo per alcuni Bar e Ristoranti, per avvocati e commercialisti. Nel 2006 ho fatto anche l’Art-Director per una casa di moda bolognese, Valori di Stile. Oltre a disegnare textures per cravatte, ho inventato nuove tipologie di cravatte e di sciarpe, è stata una esperienza molto interessante.

Quali sono stati i vostri clienti e lavori più importanti?

Nel 2002 ed anni seguenti abbiamo svolto un ruolo fondamentale nella realizzazione di diverse strutture all’interno della Ferrari di Maranello. Ho avuto l’incarico di seguire la Direzione Lavori, per conto di uno Studio di architettura di Roma, del nuovo capannone della Logistica della Formula Uno proprio a lato della Pista di Fiorano. Il capannone, di quasi 4 mila metri quadrati, doveva essere non soltanto la rimessa dei Tir che vanno in giro per il mondo per la F1, ma anche un luogo adatto per eventi e presentazioni. In seguito ho progettato e ristrutturato la Sala Convention, uno spazio multifunzionale di circa 300 mq sempre all’interno della Pista di Fiorano, così come fatto alcuni ritocchi all’appartamento del pilota che in quel periodo era Michael Schumacher.

Nel settore del retail abbiamo curato la realizzazione di due importanti negozi, quello di Ferragamo a Bologna e di Dolce e Gabbana a Verona. Per una multinazionale, il Gruppo Capgemini, abbiamo fatto più di mille mq di uffici per la sede di Bologna, per CIR Food invece, una società cooperativa del settore alimentare che ha sede a Reggio Emilia, abbiamo realizzato dei concept e numerosi locali di ristorazione commerciale, ospedaliera ed aziendale.

Oltre ai lavori strettamente legati all’architettura, ci sono altre discipline artistiche che hanno interessato il tuo iter formativo?

Certamente. Da quando sono piccolo suono la chitarra, sia acustica che elettrica, nel passato ho suonato con diversi gruppi suonando sia cover che brani inediti di mia composizione. Proprio con due di questi brani ho aperto il concerto della Pop-Star inglese Howard Jones nella tournée estiva del 2006, ora non ho più tempo di trovarmi col gruppo, per cui mi dedico alla composizione di brani completi attraverso software dedicati. Dopo l’esperienza in Ferrari mi sono fatto prendere dalla passione per le auto, così ho iniziato a dipingere soggetti col tema del motorsport, prevalentemente auto e moto d’epoca degli anni ‘40, ‘50 e ’60, ma, su richiesta anche di modelli più attuali con piloti blasonati del calibro di Valentino Rossi e M. Schumacher. Ho esposto almeno una ventina di volte tra mostre personali e collettive, alcune mie opere sono negli uffici di Ferrari e Ducati. Dipingo su tavole di legno con le tempere acriliche, cerco di dare il senso del movimento e dellavelocità tramite pennellate, oppure creo delle silhouette dove la luce dall’alto delinea le forme sinuose delle affascinanti auto d’epoca.

Mi sono avvicinato anche alla scrittura in tempi diversi, per cui mi sono ritrovato a scrivere alcuni romanzi che ho pubblicato in proprio, e delle poesie che in parte sono state pubblicate da case editrici e che ho raggruppato in una raccolta denominata Sentimento anadiplotico.
Negli ultimi tre anni mi sono cimentato anche con l’imprenditoria, ho fondato una società denominata Eye-Sky Srl che si occupa di telerilievo di prossimità e di foto e riprese aeree attraverso l’uso di micro-droni. Siamo stati pionieri in questa attività che pare essere in crescita a livello mondiale, i presupposti sono molto interessanti e rivoluzionari, il problema è determinato dalle scarse disponibilità economiche della committenza a cominciare dal settore pubblico. Infine mi sono avvicinato all’insegnamento presso l’Università di Bologna, Facoltà di Ingegneria/Architettura, insegnando agli studenti del primo anno il disegno per l’architettura.

Hai anche altri interessi?

Guai a non averne! Sono dell’idea che bisogna avere molti interessi se si vuole dare un contributo progettuale con il design, bisogna avere passioni, interessi, bisogna essere curiosi in tutto, a cominciare dal comprendere i meccanismi di movimento, apertura e chiusura dei manufatti, dal sapere la storia delle cose che ci circondano, bisogna viaggiare e comprendere le altre culture, saper individuare le caratteristiche e le peculiarità del luogo, indagare le teorie accreditate e quelle alternative, non dare per scontato nulla ed anzi, iniziare a credere che nulla sia a caso. Per questo mi sono avvicinato a materie come le antiche civiltà, il mistero, le scienze, la nascita della religione, della scrittura, la matematica vedica.
Mi piacciono anche gli sport, ne ho praticati diversi, a livello dilettante, sia in attività di squadra che in singolo. L’attività che ritengo attualmente più importante è quella del papà, avendo tre figli ritengo che il progetto educativo sia il più complesso di tutti quelli che ho affrontato finora, è in continuo divenire, ci induce ad avere continue attenzioni ed aggiornamenti, siamo giustamente costretti ad essere al passo con i tempi e a creare delle regole per cercare di dare il meglio per il futuro dei nostri figli.

Scritto da Andrea Quartieri