
Design è un termine ambiguo, un termine anglosassone che in Italia ha assunto significati diversi riferiti ai diversi campi di applicazione: industrial, web, fashion, landascape, etc
Oggi sta crescendo sempre più l’attenzione per una progettazione responsabile nel sociale dove architettura e design possono diventare l’espressione di una cultura dei diritti. In tal senso tamassociati con l’organizzazione Emergency, da anni stanno offrendo esempio grazie ai centri di assistenza realizzati in Paesi devastati dalla guerra. Il più importante è il centro Salam di cardiochirurgia in Sudan, un ospedale che ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti internazionali. Progettato dallo studio veneziano tamassociati, e in particolare dall’architetto Raul Pantaleo, è il risultato dell’attività di un team conosciuto a livello internazionale che, con entusiasmo, è attivo nel mondo dell’architettura, della grafica, dell’editoria e del design.
“Design è un termine ambiguo” racconta Massimo Lepore, un altro dei tre architetti soci fondatori “un termine anglosassone che in Italia ha assunto significati diversi riferiti ai diversi campi di applicazione: industrial, web, fashion, landascape, etc”.
Per tamassociati il design è quel processo che, dal piccolo oggetto al paesaggio, “collega tutte le diverse azioni che definiscono uno spazio e, in particolare, tutte le relazioni che si creano tra l’individuo e i segni che costituiscono quello spazio”.
Il logo (fig.2) dello studio rappresenta un po’ la sintesi della loro filosofia progettuale: “abbiamo scelto volutamente un ideogramma per identificare il nostro studio, un modo per unire segno e significato. Un segno che può avere differenti livelli di lettura. Letto come una M, può essere colto anche come un edificio, un tempio, un essere umano” un significato diverso a seconda del vissuto della persona che osserva.
Una ricerca per individuare e creare un alfabeto di segni geometrici, ben raccontata in Morfemi (Oemme edizioni 2001), una piccola pubblicazione curata dallo studio: “abbiamo cercato” prosegue Massimo Lepore “ di individuare il vocabolario di un designer: cerchi, linee, forme…. che diventano occhi, bocche, tavoli o sedie oppure un prospetto per un edificio”.
In questo senso Aeronave (fig.3), un oggetto/gioco ideato dallo studio, vuole lanciare un messaggio provocatorio: una nave con ruote e ali. Un oggetto che stimola la fantasia del bambino “per andare dappertutto: in cielo in terra e nel mare”. Segni e significati che s’intrecciano per creare infiniti mondi. La sede di Banca etica (fig. 4) ne è un esempio: la facciata in legno a forma di arca diventa un messaggio di speranza, di salvezza per un economia alternativa nel il prossimo futuro. Grande attenzione ai segni del territorio e delle sue tradizioni.
Nella clinica di Bangui, Centrafica, splendide sculture in rattan collocate nelle corti, rappresentano non solo un’azione di recupero dell’artigianato locale ma diventano “segni di memorie ancestrali fortemente legate al luogo, come lo sono gli animali della giungla che appaiono, nel contesto, come i custodi e i compagni riconoscibili da tutti i bambini ricoverati” (fig.5).
Scritto da Simona Ventura