Parte cosi, nel 1938, la ricerca che porta all’ideazione del fenomeno Barbie, grazie alle vicende dei coniugi Ruth ed Elliot Handler che nel garage di casa, assieme all’amico e collaboratore Harold Mattson, fondano la famosa casa editrice per giocattoli Mattel.
Barbara Millicent Roberts, meglio nota come Barbie, è il nome della bambola più venduta e famosa al mondo. Il giocattolo più ambito dalle bambine ma anche dai collezionisti, diventa nei primi anni Cinquanta, icona di stile e specchio della cultura del tempo. Mai, fino ad allora, una bambola aveva assunto le caratteristiche di una donna adulta e neppure vi era la possibilità di trovare in commercio una molteplicità di abiti e accessori per essa intercambiabili.
Parte cosi, nel 1938, la ricerca che porta all’ideazione del fenomeno Barbie, grazie alle vicende dei coniugi Ruth ed Elliot Handler che nel garage di casa, assieme all’amico e collaboratore Harold Mattson, fondano la famosa casa editrice per giocattoli Mattel.
Ruth, madre di Barbara e Kenneth è un’attenta osservatrice: percepisce infatti dalle abitudini della figlia – la quale amava ritagliare abiti diversi per “vestire” una sagoma di cartone – la necessità di creare non solo una bambola che avesse a tutti gli effetti le sembianze di una donna adulta, ma anche la possibilità di diversificarla con abiti e accessori, proprio come nella realtà.
Il 9 Marzo 1959 la prima Barbie debutta alla fiera del giocattolo di New York, indossando l’inconfondibile costume da bagno zebrato bianco e nero, e già nello stesso anno vengono vendute più di 350 mila copie, al costo di circa 3 dollari l’una. Dagli Stati Uniti il successo si riscontra sin da subito anche in Giappone, dove le grandi fabbriche di vinile collaborano per la realizzazione del prodotto.
Nel 1964 Barbie arriva in Italia, già carica di notorietà grazie alle forti campagne pubblicitarie di cui era protagonista: dai cartelloni stradali agli spot pubblicitari in tv, mai utilizzati sino ad allora per promuovere un giocattolo.
Ma Barbie non è solo gioco per bambini, sono infatti più di 100.000 i collezionisti che amano custodire modelli di ogni genere, dalle riproduzioni di attrici e personaggi famosi a quelli che rispecchiano culture ed etnie diverse avvalendosi di “un insolito ruolo dal punto di vista sociologico, antropologico ed artistico” (Diane von Furstenberg – fashon designer). Negli anni Sessanta l’icona pop è fonte di ispirazione di molti stilisti e case di moda, fra i quali Benetton, Calvin Klein, Dior, Prada e Versace, oltre che di artisti come Andy Warhol, e produttori cinematografici.
Un’irrefrenabile successo che riscontra però, inevitabilmente, molte critiche. In Arabia Saudita nel 2003 viene vieta la vendita della bambola poiché ritenuta non conforme ai principi islamici. La critica e parte dei consumatori ritengono inoltre che l’icona incarni il prototipo della donna alta, bella e sin troppo magra, inducendo le piccole consumatrici a quest’idea di perfezione, causa frequente di anoressia. A questo proposito i modelli barbie si evolvono nel corso degli anni anche sotto l’aspetto tecnico, per rispecchiare, quanto più correttamente possibile, l’anatomia umana: nel 1964 un brevetto mette a punto un sistema che garantisce il movimento del bacino, mentre più avanti, nel 1997 quest’ultimo risulterà di dimensioni più ampie, sino alla comparsa dell’ombelico e del ventre morbido nell’anno 2000.
Uno specchio di culture, mode e professioni, Barbie è tutto ciò e riscontra successo in vesti di donna di spettacolo, ambasciatrice e persino astronauta. Una leadership nel mondo del giocattolo che vanta tutt’oggi la sua conferma, rimanendo simbolo di intere generazioni seppur in forte concorrenza.
Le mostre dedicate all’icona degli anni Cinquanta approdano in Italia in tre grandi città: Bologna, Milano e Roma, offrendo ai visitatori la possibilità di visionare i pezzi unici e le molteplici versioni della Barbie, tramite percorsi espositivi e giochi di interazione per i più piccoli.
A Bologna, presso Palazzo Albergati, la mostra dal titolo The Icon, a cura di Massimiliano Capella, si è tenuta, fino allo scorso ottobre. In collaborazione con Mattel e con il patrocinio del Comune “l’esposizione si è arricchita di nuovi prestiti, da alcuni pregiati modelli Vintage degli anni Sessanta alle fashion Silkstone Barbie Dolls alle quali è dedicata un’inedita sezione – Ufficio Stampa di Palazzo Albergati”.
Ilenia Fontana