“Porto 15 è un’abitazione collaborativa attiva, frutto di un percorso condiviso tra cittadini e amministrazione. Da un’idea di cohousing a regia interamente pubblica, alla ristrutturazione dell’edificio, al progetto di gestione elaborato dagli abitanti.“
Nel 2009 il comune di Bologna – settore politiche abitative – dopo aver vinto un finanziamento del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, inaugura una partnership con Asp Città di Bologna, la quale individua l’immobile da destinare a Porto 15, primo cohousing sociale promosso dalla città di Bologna.
“Porto 15 è un’abitazione collaborativa attiva, frutto di un percorso condiviso tra cittadini e amministrazione. Da un’idea di cohousing a regia interamente pubblica, alla ristrutturazione dell’edificio, al progetto di gestione elaborato dagli abitanti. Un cohousing è un innovativo modo di abitare insieme che coniuga gli spazi privati con aree e servizi ad uso comune della città. L’obiettivo è quello di creare valore sociale attraverso reti di relazioni e reciprocità, adottare pratiche ecologiche e anche ottenere risparmi economici – Porto 15.”
Le collaborazioni progettuali vedono coinvolti innanzitutto il Comune di Bologna come ente promotore, Asp Città di Bologna quale ente proprietario, finanziatore e gestore del progetto, il Dipartimento della gioventù come ente finanziatore, ACER – Bologna quale ente responsabile della riqualificazione edilizia e la Società Cooperativa Sumisura, responsabile del processo di costituzione e accompagnamento del gruppo di coabitanti.
Diversi interessi convergono in questo primo, importante progetto: da una parte vi è il desiderio di sostenere l’autonomia abitativa dei giovani da alcuni anni sempre più difficile, dall’altra la volontà di innovare i modelli di edilizia pubblica in modo tale da affacciare la città di Bologna sul panorama europeo.
Il progetto accoglie diciotto nuclei famigliari in appartamenti privati con metrature che variano dai trentacinque ai cinquantasei metri quadri. Gli spazi comuni usufruibili dai cohousers sono organizzati invece in cento metri quadri: il cuore del progetto consiste quindi in luoghi di ritrovo adibiti all’uso degli abitanti, nei quali poter condividere il proprio tempo, opinioni, progetti e stili di vita. Uno scambio di energia, idee e diversità.
Un luogo dove le porte sono sempre aperte e nel quale trovare ogni giorno qualcuno disponibile ad aiutarti. Ventinove persone con sette bambini e idee diverse che, in due lunghi anni, si sono scelte reciprocamente e hanno deciso di condividere un percorso di crescita e confronto, coltivando relazioni e sconfiggendo l’individualismo.
Nel 2015 al bando pubblico per la raccolta delle candidature hanno risposto 143 nuclei, tra i quali coppie, single, famiglie e amici conviventi. Attraverso incontri iniziali, alcuni candidati sono stati esclusi poiché mancanti dei requisiti formali, mentre i quaranta nuclei scelti hanno iniziato un percorso di un anno caratterizzato da molteplici laboratori con lo scopo di instaurare rapporti interpersonali e definire in modo chiaro il termine cohousing.
“Con questo progetto raggiungeremo due obiettivi condivisi da tutti: da una parte creare uno spazio per noi, a misura d’uomo, uno spazio abitabile d’aiuto reciproco, e dall’altra la grande responsabilità di creare un modello d’ispirazione, un esempio per il quartiere, per la città e per tutti quelli che sposano il concetto di condivisione e collaborazione. Condividere non sottrae valore ma lo moltiplica” – così parla Massimo Giacchino, cohouser e abitante di Porto 15 che, il 23 settembre 2017 davanti all’edificio, racconta la sua esperienza in questo progetto.
A fine novembre verrà organizzata la festa d’inaugurazione di Porto 15, nella quale le porte dell’edificio verranno letteralmente aperte al pubblico: sarà possibile infatti visitare gli appartamenti privati e le zone comuni, avendo un confronto diretto con gli stessi abitanti e osservando attraverso i propri occhi la vera coabitazione. Saranno presenti piccoli e grandi artisti, con esposizioni che varieranno dalla pittura alla fotografia e coreografie di gruppi di ballo, in modo tale da arricchire una giornata di condivisione.
“Apriamo le porte e diciamo: benvenuti a Porto 15”.
Maria Chiara Conti



