PMagazine

Si parla tanto di “riciclaggio”, un termine ormai così sfruttato da rischiare di perdere il suo significato originale, nonostante i tempi che stiamo vivendo necessitino urgentemente di una revisione del nostro operare rispetto alle cose. L’usa e getta che ci ha caratterizzato dagli anni ‘60 ha disabituato le persone a percepire e salvaguardare il vero valore materiale degli oggetti che ci circondano e a non desiderare come bene primario la qualità nel tempo. Azioni e pensieri che caratterizzavano invece i tempi passati e che incidevano fortemente sul senso del “bello”.

È interessante, a tal proposito, il linguaggio che contraddistingue il lavoro del designer bolognese Gianpaolo Fiorentini, forgiato dal ferro nella sua formazione giovanile di artigiano, grande conoscitore e ricercatore di materiali di ogni sorta. Attitudine che in parte eredita dal padre, soprattutto l’amore per il recupero e il lavoro manuale. “Il riuso per me è il recupero di elementi che hanno una loro storia e costanti rimandi temporali, dove il segno del lavoro artigianale pone grande attenzione all’uso e alla qualità dei materiali: vetro, ferro, legno, tessuti ecc…”

Questa attenzione la ritroviamo in tutti i suoi lavori, showroom, scenografie per allestimenti dove si incontrano gli oggetti più svariati, recuperati in giro per il mondo, decontestualizzati e interpretati in nuovi utilizzi “Il mio fine è quello di creare ambienti unici e in sintonia con la persona che li vive… in fondo ho la presunzione di insegnare uno stile di vita” afferma Fiorentini e continua “a mio avviso innovazione oggi è tornare indietro, guardare al passato per il futuro”. I lavori lo testimoniano, dalla ricerca sulle scarpe che rilanciano modelli rivisitati di stili classici di gusto retrò e che lasciano sottintendere un lavoro meticoloso artigianale basato sulla qualità di tutto il processo, dal materiale impiegato al prodotto finito,  ai lavori più complessi come gli showroom dove immagini che rievocano ricordi del nostro passato come l’esempio di un vecchio battitore in legno trasformato a sostegno di un manichino creano atmosfere di grande poesia e suggestione e richiamano emozioni che appartengono a tutti noi di condivisione.
Ma alla base di tutto “deve esserci amore per quello che facciamo, quell’amore che ci rende liberi nell’animo per dare spazio alla nostra creatività più spontanea e sincera”.

Scritto da Michaela Cristiani