

VOI VI CHIAMATE LANDERES, PAESAGGI RESILIENTI: COS’E’ LANDERES E COS’E’ LA RESILIENZA
Quello della “Resilienza” sta emergendo come importante concetto e obiettivo ausiliario, se non sostitutivo, del concetto di sostenibilità, in particolare nei contesti metropolitani alle prese con sfide importanti come la limitazione delle risorse e il cambiamento climatico globale. Resilienza ha diversi significati e campi di applicazione, ma nel suo nucleo rappresenta la capacità fondamentale di adattarsi con successo e rispondere a queste sfide. La parola, in sé stessa, deriva dal latino resiliere, che significa saltare indietro o di rimbalzo. E nel caso delle città rappresenta l’adattamento alle condizioni sociali ed ecologiche dinamiche, dunque mutevoli, in modo da proteggere e migliorare la qualità della vita, la funzionalità ecologica e la salute pubblica e personale nel lungo periodo. Resilienza non è solo una questione di città e territori, ma ha importanti implicazioni per gli individui e le famiglie, è un concetto anche sociale, legato molto alla salute e al benessere. Landeres è un progetto associativo che ha come missione lo sviluppo sostenibile di paesaggi urbani e metropolitani. Attraverso il nostro Standard, che diventerà Prassi di riferimento UNI nel 2014, siamo in grado di fornire uno strumento di governance territoriale per il rafforzamento della resilienza ambientale e sociale su scala locale, in termini di approccio eco-sistemico alla gestione degli spazi verdi. La nostra progettualità, orientata all’intera filiera di gestione di paesaggio, è rafforzata da una rete di partner, da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e ambientale) a FAI (Fondo Ambiente Italiano), che ne valorizzano obiettivi, struttura, contenuti.
COME SI DECLINA LA RESILIENZA NELL’ACHITETTURA E NEL DESIGN URBANO
Vi è un crescente riconoscimento della necessità di un contatto quotidiano con la natura, per vivere in maniera più felice, produttiva, consapevole. La recente attenzione al design biofilo tra architetti e designer riconosce questo potere della natura. Ora, in un pianeta sempre più urbanizzato, maggiore attenzione deve essere rivolta alle scale urbane e alla capacità di pianificare e muoversi verso quel modello che diversi autori chiamano città biofile, città che forniscono stretto e quotidiano contatto con la natura e al contempo favoriscono la consapevolezza di prendersi cura di questa natura. Dunque città sostenibili e resilienti. Il raggiungimento delle condizioni di una città biofila potrà contribuire a promuovere la resilienza sociale e del paesaggio, a fronte dei cambiamenti climatici, dei disastri naturali e dell’incertezza economica, così come di vari altri shock che le città dovranno affrontare in futuro. Questo potrà avvenire a patto che la città biofila venga immaginata e disegnata su diverse scale tra loro integrate: Scala delle Abitazioni, che include la progettazione e il design di tetti verdi, giardini pensili, altri verdi, verde verticale e spazi interni molto luminosi. Scala degli Isolati, che include la progettazione e il design di cortili verdi, alloggi raggruppati intorno aree verdi, specie autoctone negli spazi verdi pubblici e privati. Scala delle Strade, che include la progettazione e il design di alberature e siepi urbane, sistemi a bassi input, maggiore permeabilità. Scala di Quartiere, che include la progettazione e il design di parchi e spazi verdi se pur piccoli, recupero di aree dismesse. Scala Comunale, che include la progettazione e lo sviluppo di reti ecologiche urbane, funzionalità adattative, scuole verdi, orti comunitari. Scala Regionale, che include la progettazione e lo sviluppo di corridoi verdi, sistemi ripariali, rete ecologica regionale, paesaggi infrastrutturali.
QUALI OPPORTUNITÀ PER L’ARCHITTETTO E IL DESIGNER METROPOLITANI
Come dicevo in precedenza, molte città internazionali stanno già adottando modelli integrati di pianificazione urbana che includono il “Design verde”. A Londra, Helsinki e Parigi in Europa, a San Francisco, New York, Toronto nel Nord America, ma anche a Singapore in Asia, il modello urbano di sviluppo sta andando nella direzione di integrare architettura e ecologia, moltiplicando le misure di efficienza energetica per gli edifici, implementando la cosiddetta forestazione urbana in generale e il numero di giardini pensili in particolare, migliorando l’accesso agli spazi verdi. Per fare alcuni esempi, a Chicago è sato di recente realizzato il Millennium Park, considerato il più grande giardino pensile al mondo, costruito sulla sommità di una ferrovia e su di un ampio parcheggio interrato. Del totale dei suoi 9,9 ettari di terreno, Millennium Park contiene 4,87 ettari di superficie permeabile, su cui arte e natura fanno da quinta per uno degli spazi restututi a una elevatissima partecipazione della comunità non solo locale. Anche a New York qualche anno fa è stato completato il progetto di riqualificazione della High Line che ha consentito di recuperare delle aree industriali dismesse restituendole alla natura, con l’introduzione di alberi ed erbacee perenni con l’obiettivo di rendere la città più vivibile, verde e rilassante, nel rispetto della biodiversità. Un progetto innovativo al punto che per esso è stato coniato un nuovo concetto, “agritettura”, la migliore sinergia tra architettura e agricoltura. Anche in Italia, registriamo un crescente interesse da parte delle Amministrazioni Pubbliche proprio verso la progettualità Landeres, e una concreta domanda di sostegno nell’elaborazione di quei modelli integrati di pianificazione cui facevo riferimento, unitamente all’opportunità che questi modelli possano acquisire un marchio di qualità ambientale, rilasciato da un audit esterno. Adottare questo approccio all’interno dei Piani Strategici Comunali, piuttosto che Metropolitani o Rurali, consentirà di affrontare la pianificazione territoriale su più scale e di centrare in maniera permanente obiettivi di qualità ambientale, energetica, economica, sociale e amministrativa, a vantaggio di tutti i portatori di interesse. Questa rivoluzione verde sta dando e darà crescenti opportunità a designer e progettisti orientati verso un approccio integrato capace di guardare non solo agli aspetti estetico-percettivi, ma anche agli aspetti naturalistco-amibentali e socio-culturali in termini di funzionalità ecologiche, mitiganti e adattative.