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New York, città in continuo fermento, dalle mille mostre e dai mille eventi, fucina di stimoli per i cittadini e turisti che la visitano.”

Il MoMA, uno dei musei newyorchesi d’arte moderna più famosi al mondo, fino al 28 gennaio 2018 terrà in esposizione “Items: Is Fashion Modern?” la prima mostra del museo dedicata ai capi di abbigliamento dal 1944 che hanno segnato la storia della moda e lo stile del XX e XI secolo; capi che non passano mai di moda, da poterli definire quasi prodotti di design.

Il titolo della mostra si rifà alla domanda sollevata dall’architetto e curatore Bernard Rudofsky con la sua esposizione “1940 MoMA Are Clothes Modern?”, nella quale esplorava il rapporto individuale e collettivo che vi era con gli indumenti medioevali da donna e da uomo dopo la seconda guerra mondiale, trovando una connessione tra essi e quelli all’epoca utilizzati con polsini, bottoni e decori superflui come i collari. Per “Items: Is Fashion Modern?” questa domanda fornisce un punto di partenza dal quale iniziare ad analizzare ed esplorare i modi in cui la moda viene progettata, prodotta, commercializzata, distribuita, usata e smaltita.

“Is Fashion Modern?” mette in mostra 111 capi di abbigliamento, tra cui anche accessori, che hanno avuto grande influenza nel mondo, nel secolo scorso. “Come altre forme di progettazione, la moda esiste all’interno di un sistema complesso che coinvolge la politica e l’economia, in quanto coinvolge lo stile, la tecnologia e la cultura. La mostra esamina questo complesso sistema utilizzando ogni elemento come obiettivo. Le 111 tipologie sono presentate nell’incarnazione che le ha rese significative negli ultimi 100 anni (lo stereotipo) accanto a materiali contestuali – immagini o video – che tracciano la storia e le origini di ciascun elemento nella sua forma archetipica – MoMA.”

Paola Antonelli, Curatore senior del MoMA e Michelle Millar Fisher, Assistente curatore, sono le organizzatrici di questa mostra, allestita al sesto piano del museo, nella quale poter ritrovare capi da molti posseduti. Come dichiara Antonelli – la moda è “una forma potente di espressione creativa e personale che può essere affrontata da più angoli di studio

, la moda è indiscutibilmente anche una forma di progettazione, con il suo passo inesplorato nei negoziati tra forma e funzione, mezzi e obiettivi, tecnologie automatiche e artigianalità, standardizzazione e personalizzazione, universalità e auto-espressione. Come tutte le forme fisiche e digitali del design, si muove oggi su uno spettro che va dalla serialità post-industriale (dal prêt-à-porter alla moda veloce) alla preziosa e unicità artigianale (couture). Come disegno, esiste al servizio di altri. Nella maggior parte dei casi è stata progettata da un essere umano per vestire gli altri – a volte molti e molti altri – in modo che possa funzionare nel mondo, in diverse arene.”

La mostra, che si sviluppa in tutte le gallerie, inizia con un’area dedicata all’idea mutante del corpo e della silhouette, mettendo in evidenza questioni di dimensioni, immagine e sesso, e prosegue in una zona dedicata alle nuove tecnologie e alle visioni sul futuro, esponendo come esperimenti le collezioni di Issey Miyake, Pierre Cardin, Moon Boot, Gore Tex e Leotard. Una galleria centrale, invece, è dedicata allo studio del rapporto che vi è tra emancipazione, modestia, introversione e ribellione, che paradossalmente condividono molti tratti comuni nel campo della moda. La sezione, introdotta dal cappuccio e dal turtleneck, presenta vari capi, tra i quali: pantaloni in pelle, bikini, abiti, slip, hijab e kente. La mostra continua con uno spazio dedicato a elementi “la cui principale funzione è quella di inviare un messaggio, sia esplicitamente – come in una maglietta grafica, un tatuaggio e una bandana – o implicitamente, come in una borsa Birkin o in un anello di fidanzamento con diamanti – MoMA.”

Infine, anche il settore atletico trova il suo spazio con l’esposizione di maglie sportive e articoli streetwear, come le classiche Converse All Stars e le camicie da polo.

Un’esposizione internazionale mirata a far conoscere il concetto filosofico di moda, anche a persone che non se ne intendono ma che ne subiscono la usa influenza.

 Maria Alessandra Faccenda