Monolitiche, si presentano così le sculture di Raffaello Galiotto, designer italiano il cui estro viene proiettato in opere dalla natura arcaica.
Realizzate in marmo, dalle dimensioni ciclopiche, queste opere d’arte ricordano alcuni totem divinatori di culture primitive. La grande maestria servita per la loro progettazione e successiva realizzazione, traspare dalla complessità di alcune di queste creazioni.
Forme geometriche rigide e sinuose si fondono insieme per creare un tutt’uno, dando origine a opere imponenti dai toni scuri e austeri, e dai materiali pregiati quali il marmo arabescato, quello bardiglio o quello d’alpi. La tecnologia viene oramai utilizzata in ogni ambito lavorativo, anche in quello artistico, infatti le sculture prima della loro realizzazione sono state progettate al computer con un complesso software parametrico che ha permesso in fase di produzione di evitare scarti della materia.
Rhinoceros è un’opera realizzata in marmo bardiglio, ispirata a un’incisione del 1515 di Albercht Durer, la cui tessitura grafica è stata elaborata prima al computer, poi realizzata interamente a macchina, evitando la lavorazione manuale tipica della scultura.
Come afferma l’artista, “i tratteggi manuali rettilinei, curvi o geometrici delineano la figura bidimensionale”, mentre “la fresa scolpisce la massa e disegna la superficie tridimensionale”.
Agave è invece una scultura creata dalla “sovrapposizione di dieci lastre in marmo per un totale di 30 cm di spessore”. Questa figura, alta 3m, rappresenta un insieme di punte curve, divaricate e cave all’interno, le cui pareti in marmo verde d’alpi presentano uno spessore che arriva a misurare solo 3cm. Anch’essa è stata inizialmente progettata con l’uso di software parametrici che ne hanno consentito la fattibilità produttiva.
Thorn, infine, è un’opera prodotta in marmo arabescato orobico, la più complessa, infatti la sfida affrontata dall’artista è stata “la lavorazione con fresa a cinque assi di un massello di marmo per ottenere una serie di elementi conici, sottili, orientati in modo differenziato, traslato e fissati”.
Anche in questo caso la progettazione al computer con l’utilizzo di software parametrici, ha permesso di evitare scarti materici in fase produttiva. A tutto tondo, coni da un lato e crateri dall’altro, si mostra così Thorn, imponente agli occhi di chi guarda.
Sono sempre in viaggio tra la redazione di PMagazine e gli Stati Uniti d’America, anche questa volta con voi alla scoperta delle ultime novità sull’arte e sul design. E’ però giunta l’ora di prendere l’aereo per tornare a N.Y City, pronta per nuove avventure giornalistiche.
Joan Grey