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Quest’anno a Bologna si è svolta, dal 22 al 24 maggio, la seconda edizione di Diverdeinverde, una bellissima manifestazione durante la quale più di 40 giardini, soprattutto privati, hanno aperto i cancelli alla città.

 

Quest’anno a Bologna si è svolta, dal 22 al 24 maggio, la seconda edizione di Diverdeinverde, una bellissima manifestazione durante la quale più di 40 giardini, soprattutto privati, hanno aperto i cancelli alla città. In occasione dell’evento gli architetti Giordana Arcesilai e Simona Ventura, come “Il Giardino incontra la Luce”, hanno partecipato proponendo, in collaborazione con l’azienda Platek, un’ illuminazione temporanea dal titolo LUCE SUL GIARDINO CARDUCCI.

La scelta del giardino Carducci è stata fatta con il proposito di “portare alla luce” un luogo di grande valore storico, culturale e artistico tenuto all’ombra, non solo in senso metaforico, da molti anni. Il giardino costituisce il prolungamento della casa Carducci, un tempo chiesa di Santa Maria del Piombo poi trasformata nell’800 in abitazione, dove il poeta ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. Situato nella periferia del centro storico, a ridosso di uno dei pochi tratti fortunatamente non demoliti e ancora visibili delle antiche mura della città, che ci rimandano alla Bologna di un tempo.  Il giardino è interessante sia dal punto di vista botanico, con piante già presenti all’epoca del Carducci, che dal punto di vista artistico, modellato da un apparato scultoreo particolare, interessante per come si porge verso la piazza e gli osservatori.  L’autore, Leonardo Bistolfi, ebbe l’incarico di realizzarlo dopo la morte del poeta ultimando i lavori nel 1928. Un’ opera di grande fascino, nello stile liberty del tempo, basata su moduli curvilinei e dinamici, che si integra con il giardino esprimendo  con grande eleganza l’incontro della natura con l’arte.

Un giardino d’arte quindi dove la luce del sole di giorno e quella artificiale di notte, così come l’ombra, hanno un ruolo fondamentale nel sottolineare e mettere in risalto i giochi dei  volumi scultorei e degli elementi vegetali predominanti come il grande Bagolaro e i cipressi.

Il concept e l’allestimento degli architetti è stato supportato per la parte illuminotecnica con apparecchi illuminanti di Platek. Il giorno dell’inaugurazione, una performance artistica attraverso luce, suono, danza e voce ha reso visibile per la prima volta durante la sera il complesso del giardino. La città di Bologna ha reagito con grande entusiasmo a questa installazione emozionale, importante anche dal punto di vista didattico: una scenografia dinamica gestita da centralina dmx, costituita da 8 scene luminose, ha evidenziato i simboli della poetica del Carducci: le altre immagini scultoree dei gruppi statuari laterali – dedicati alla natura, alla forza, alla rima e al ritmo – e delle cariatidi che rappresentano l’amore e la libertà, sono stati illuminati con apparecchi a luce bianca 4000K in dissolvenza. Le potenze utilizzate sono minime; è stata utilizzata tecnologia LED da 3 e 10W.

Una concessione all’uso del colore avvalendoci di profili lineari RGB (red, green, blue)  sull’altorilievo che rappresenta le fasi della poesia carducciana, acceso solo nei colori che emergono dai suoi versi, il giallo dorato e il rosso.

La figura centrale di G. Carducci rimane invece sempre accesa, per poi dissolversi pochi secondi dopo.

Simona Ventura e Giordana Arcesilai