
Lavorare al fianco di professionisti durante gli anni di studio è un complemento imprescindibile per la formazione completa di un artista.
Lavora a progetti di restauro e conservazione che riguardano monumenti tra i più importanti al mondo quali l’Abbazia di Westminster, vive da tredici anni a Londra, ma è di New York: Nicholas Hague è uno scultore newyorkese che ha seguito un lungo percorso di studio e formazione. “Dopo due anni di studi di architettura alla Carnegie Mellon University di Pittsburg” racconta Hague “decisi di dedicarmi alla mia vera passione, la scultura. Tornai a New York e seguii i quattro anni di studio delle tecniche tradizionali della scultura (in particolare del bronzo) all’Accademia del famoso scultore Greg Wyatt”.
Questi sono stati anni fondamentali per la sua formazione poichè gli hanno permesso di unire allo studio teorico la costante pratica di quest’arte, affiancando il suo maestro nella realizzazione dei vari progetti. Proprio in virtù di questa sua esperienza, il consiglio che Nick si sente di offrire agli studenti di qualunque arte è quello di cercare di unire, fin dall’inizio della loro formazione, l’aspetto pratico della disciplina che seguono a quello teorico. “Lavorare al fianco di professionisti durante gli anni di studio” afferma “è un complemento imprescindibile per la formazione completa di un artista” sottolinea Hague, che dopo l’importante percoso all’Accademia si trasferì a Londra per approfondire ulteriormente la sua conoscenza dei metodi antichi della lavorazione delle pietre: “L’obiettivo” dice “era quello di seguire il corso di scultura presso la City & Guilds of London Art School, dove mi sono laureato con menzione speciale nel 2002”.
Da allora è stato chiamato a lavorare a progetti di restauro e conservazione su pietra di alcuni tra i più importanti monumenti pubblici inglesi quali la Cattedrale di St Paul, Abbey Mills, la stazione vittoriana delle acque di Londra, la Torre di Londra, e soprattutto il pavimento cosmatesco alto medievale dell’Abbazia di Westminster.
Questo progetto di restauro e conservazione durato più di due anni, è stato affidato ad una équipe di sole quattro persone, tra cui Nick quale unico scultore. Il suo compito è stato quello di controllare e sostituire tutte le tessere musive originali mancanti o più gravemente danneggiate dal tempo. “A questo scopo mi sono occupato di trovare i fornitori di porfido antico che dessero le massime garanzie di serietà sulla provenienza del materiale, e successivamente, secondo il metodo antico, ho scolpito a mano, una ad una, tutte le tessere che dovevano essere sostituite, in modo che fossero il più possibile simili a quelle originali”.
Data l’eccezionalità del progetto, Nick e il suo team hanno documentato ogni passo del loro lavoro con l’appoggio di una commissione internazionale guidata dal Getty Institute, finanziatore principale del restauro.
Scritto da Annalisa Catelli