Elegante semplicità.
L’eleganza che la caratterizza, e che lei stessa definisce un po’ retrò, sembra donare a tutto ciò che fa un tocco di classe.
Andare incontro al cliente, è una dinamica che attuo da sempre, fin dall’inizio della mia carriera.
Eleganza declinata con semplicità: questa è l’idea che viene osservando e parlando con Paola Marella. Un personaggio che ormai non ha più bisogno di alcuna presentazione.
L’eleganza che la caratterizza, e che lei stessa definisce un po’ retrò, sembra donare a tutto ciò che fa un tocco di classe. Mentre la semplicità l’ha resa popolare e l’ha avvicinata al grande pubblico. Quanto questi due elementi sono importanti nella sua vita?
“Di fatto è il mio modo, non c’è nulla di costruito. Sono così, la mia semplicità è quella, da sempre, ho avuto la fortuna di averla nel DNA e un po’ l’ho coltivata negli anni. Considero che la semplicità sia alla base di tutto e che soprattutto sia un fattore fondamentale del mio lavoro”.
In questi anni lei ha saputo avvicinare, ma soprattutto appassionare, il pubblico italiano al mondo dell’arredamento e dell’immobiliare. Quale è stata la sua formula, che potremmo in un certo senso definire “magica”?
“Sicuramente c’è stata una parte di fortuna che ho saputo cogliere. Amo le sfide nella vita, mi piace conoscere cose nuove, e questo mi permette di osare. Quando affronto realtà nuove e nuove avventure, lo faccio sempre con grande preparazione. Amo approcciarmi alle cose con serietà e con la massima professionalità, mantenendo però fede alla mia essenza. Credo che questo sia percepibile da chi mi guarda. Reputo che mantenere la propria identità sia importante anche nella realizzazione dei progetti. Inoltre la mia immagine televisiva non è diversa da quella privata: quello che faccio in tv è uguale a quello che faccio durante la vita di tutti i giorni. Chi mi parla trova la stessa persona sia che io sia a casa, sia che io sia su un set fra complementi d’arredo e coppie che si sfidano per trovare il giusto design (come in Shopping night home edition, la trasmissione in onda in questi giorni, ndr). Ma un altro fattore determinante è stato la fortuna di incontrare delle buone squadre, oltre a una rete come Real Time, che è molto attenta alle dinamiche di gruppo. Con una squadra giusta la percentuale di successo è maggiore. Non è mai una sola persona che fa il risultato. Questo è accaduto anche per la realizzazione del mio libro, “Arredo”, un’esperienza in cui mi sono tuffata con grande umiltà e che e stato un successo”.
Cosa giudica fondamentale nell’approccio con il cliente?
“Andare incontro al cliente, è una dinamica che attuo da sempre, fin dall’inizio della mia carriera. L’approccio psicologico e quello umano sono fondamentali, non si può prescindere dal rapporto di empatia, perché entri nella sua casa, in una sfera molto privata e personale. Capire le necessità di chi ho davanti è basilare. Non si possono imporre le cose, perché altrimenti non vengono bene. Come quando indossi un abito, se non lo senti tuo, non lo metterai mai. Da sempre la mia filosofia è quella di non costringere in una scelta: cerco sempre di conoscere chi ho davanti, perché ogni persona ha una sua storia, ogni storia ha il suo racconto e la casa è lo scenario in cui questo racconto si sviluppa. La professione, l’esperienza, poi permettono di trovare il giusto compromesso, il valore aggiunto… Scoprire quello che il cliente vuole e poi raggiungerlo al meglio, con quel tocco in più che l’occhio esperto riconosce”.
Cosa la colpisce di più in una casa?
“Cerco di cogliere il gusto di chi la vive, vedo già cosa può essere migliorabile… non sempre il cliente è ben disposto, e come dicevo prima è importante trovare una mediazione fra il mio sguardo e quello del cliente, per il bene dell’immobile sia che lo si voglia vendere sia se lo si voglia riarredare. Cercare di creare “piccoli miracoli quotidiani”, a volte anche con budget limitati”.
In questi anni come ha visto cambiare il suo lavoro?
“Il mercato immobiliare è modificato moltissimo, ti devi adeguare, trovare le parole giuste, avere grande pazienza, grande entusiasmo e grande voglia, non sempre il cliente capisce quanto il mercato sia vincolante. Anche la realtà milanese è molto mutata e talvolta è difficile accettarlo, perché in un certo senso, in tutti questi anni, il mercato di Milano ci ha viziato”.
Il tempo per la nostra intervista è terminato, saluto Paola Marella ringraziandola per questa piacevole chiacchierata e con quella gradevole sensazione che si prova dopo aver preso un caffè con una cara conoscente.
Scritto da Ilaria Rossi