Photo by Federico Fontana.
Una terra per chi la sa vivere.
Nuova Zelanda, una terra selvaggia e incontaminata che siamo soliti sognare guardando i “fantasy movie”, di lei ci siamo fatti un’idea, vorremmo potervi fuggire ogni volta che lo stress giornaliero ci assilla e staccare la spina circondati da bellezze uniche al mondo; non solo paesaggi mozzafiato, ma anche città dinamiche in cui le persone sperimentano e condividono culture diverse e tradizioni di ogni genere.
Questa terra mi torna in mente come un flashback, mentre cammino per Bologna durante le riprese del video <Gli Occhi che Sanno Vedere>, girato dal team dell’Istituto Polo Michelangelo, il cui obiettivo è quello di evidenziare il ruolo che hanno i nostri occhi nel saper vedere da un’altra prospettiva. Ecco che così la Nuova Zelanda riappare ai miei occhi, con i suoi luoghi particolari e le sue località. Sono tutti diversi, Wellington è una grande città multiculturale sull’oceano, piena di locali e negozi; ma la cosa curiosa è che a pochi chilometri da lì puoi evadere dal caos cittadino, valicando enormi spazi aperti e campagne silenziose. Wanaka è una piccola cittadina sita sulle rive del lago da cui prende nome, incorniciata da montagne e stazioni sciistiche; ci sono molti turisti, in particolare giovani, tra i quali, molti, sono li per sprigionare la propria adrenalina. Una peculiarità di queste zone è infatti il turismo sportivo, in particolare quello invernale e quello degli sport estremi. Dallo sci alla mountain bike, dal bungee jumping all’eliski, oppure rafting e parapendio, una scelta vastissima per emozionare qualsiasi appassionato che voglia mettere alla prova il proprio fisico divertendosi in mezzo alla natura. Ma i luoghi che più mi hanno colpito, seppur differenti tra loro, sono Queenstown e Milford Sound; la prima è una cittadina multietnica e multiculturale, dove anche se sei straniero puoi sentirti “a casa”; qui le persone sono ospitali, aperte e molto gentili, a differenza di noi europei che siamo sempre di fretta e circondati dal caos… qui invece ho trovato tranquillità. L’altro credo sia stato il luogo più bello che abbia visitato in quei giorni: basta girare su se stessi per rendersi conto che è tutto lì… l’oceano, le montagne innevate e la foresta pluviale. Entro con lo sguardo nel ricordo di quei territori… il Cardrona Hotel e le rade casette in legno sulle strade deserte mi fanno pensare a un film d’avventura, a un personaggio alla ricerca di qualcosa che a fine giornata chiede ospizio e condivide un pasto con la semplicità di chi gliel’ha offerto. Ma allo stesso tempo vorrei essere in quelle splendide ville sulla scogliera, a pochi passi dalla città, dove ogni comfort e comodità sono a portata di mano; l’alba del giorno e il colore della sera entrano spontanei da grandi vetrate, cornici del paesaggio neozelandese e specchio dei suoi abitanti.
Ilenia Fontana


