
Erano i tempi in cui in un certo ambiente il viaggio in Turchia, in India o in Marocco costituiva quello che nel Sette-Ottocento era definito il grand tour, esperienza di vita prima ancora che di conoscenza, per i rampolli delle famiglie ricche d’Europa, in luoghi lontani, mitici, diversi.
Ogni epoca ha il suo grand tour, Alba e Diego erano figli della loro, e andavano cercando il loro altrove, costi quel che costi.
Per finanziare il loro viaggio, all’insaputa di entrambe le famiglie, convinte che fosse bastato un secco rifiuto per farli desistere, vendettero tutto ciò che trovarono tra soffitte e cantine, compresa la pregiata collezione di bottiglie d’epoca del padre di Diego e l’opera omnia dei romanzi di Liala, eredità della nonna paterna di Alba. Decisero, per non dare nell’occhio, e perché la moto non avrebbe sopportato altro carico, di viaggiare con un solo zaino, una canadese a due posti e i sacchi a pelo.
Data di partenza: dopo la sessione estiva degli esami universitari, imbarco da Brindisi, meta dichiarata: Corfú. Durata della vacanza: due settimane. Tutto sotto controllo. Il viaggio invece andò diversamente.
Luglio 1974
Si imbarcarono sulla nave Istanbul in partenza per la Turchia, e sbarcarono a Smirne, con l’obiettivo finale di arrivare a Damasco.
Quando scesero dalla nave, unici turisti in mezzo ad una folla di emigrati di ritorno a casa per le ferie estive, su quella incredibile moto cromata, entrambi vestiti di pelle nera, lei con un turbante azzurro che le nascondeva i capelli e un paio di occhiali dalla montatura stile diva americana anni Cinquanta, lui grintoso come imponeva la situazione, furono subito circondati da una banda

di ragazzini che mettevano le mani dappertutto, per sincerarsi che fossero veri.
Era la prima volta che Alba si spingeva così lontano da casa e da se stessa, finalmente protagonista di una vera avventura. Era fiduciosa e perfettamente felice, mentre abbracciava stretto il suo ragazzo sul sellino posteriore, con la faccia bruciata dal sole implacabile della pianura riarsa. E si sentiva una donna privilegiata scorgendo tante sagome femminili coperte da capo a piedi, perennemente chine sul loro duro lavoro come schiave, mentre gli uomini se ne stavano oziosi sotto i radi alberi, a vincere la calura fumando i narghilé e chiacchierando
Era beatamente ignara di quanto stava per accadere.
In capo a una settimana la moto li piantò in asso sul monte Tauro e dovettero continuare il viaggio con mezzi locali, adattandosi a dormire in locande dove esistevano solo camere collettive e mangiando quello che capitava. Ovunque andassero Alba si sentiva addosso gli occhi degli uomini ed erano sguardi che non le comunicavano sensazioni positive. Un giorno furono raccolti mentre facevano l’autostop da un distinto commerciante di Istanbul che, incuriosito dal loro viaggio on the road, si mise a parlare fitto in inglese con Diego.

Alba si rilassò sul sedile posteriore ma non fece in tempo a togliersi il turbante e a scuotere i capelli che il guidatore, vista la mossa sullo specchietto retrovisore, perse nel medesimo istante il controllo di se stesso e della vettura, finendo fuori strada. Fu solo per un caso fortunato che si trovassero in una zona pianeggiante, altrimenti sarebbero andati a fare compagnia alle decine di auto e camion sfasciati che avevano visto abbandonati un po’ ovunque nei dirupi che fiancheggiavano le strade dell’interno.
Diego prese l’abitudine di vegliare sulla sua incolumità, munito di un grosso bastone borchiato che gli aveva dato un anziano capovillaggio della Cappadocia, raccomandandogli in un inglese comprensibile di non lasciare mai sola la sua donna. Il vecchio aveva combattuto nell’esercito inglese durante la seconda guerra mondiale, poi era ritornato a fare il re pastore nel suo villaggio, circondato da mogli, figli e nipoti. Era un uomo saggio e generoso, che li accolse e li ospitò come fossero suoi figli, ma li rimproverò per avere intrapreso un viaggio in quelle remote regioni senza alcuna protezione, in un momento non propizio. Ma quando Diego gli chiese cosa intendesse dire, il vecchio si fece vago e chiuse la conversazione.
L’ennesima corriera di linea li sbarcò infine sulla costa sud del Mediterraneo, dove trovarono un residence della British Petroleum nuovo e ben organizzato. Il bianco degli edifici era animato dai colori intensi delle buganvillee e c’era persino un piccolo emporio di prodotti di artigianato locale, dove Alba acquistò un antico tappeto da preghiera e due monete autentiche trafugate da qualche scavo archeologico nelle vicinanze, il tutto per pochi dollari. Si concessero anche il lusso di affittare un bungalow, per dormire finalmente comodi e soprattutto soli.
Daniela Faccenda
FINE PRIMA PARTE