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Anne Street Garden Villas

“Il desiderio più grande sarebbe quello di far sentire gli inquilini come parte di una comunità, conservando, però, quell’autonomia che si ottiene da una tradizionale casa indipendente.”

Arte e natura sono da sempre due realtà connesse e inscindibili, due mondi in stretto contatto tra loro che nel corso dei secoli si sono influenzati a vicenda tanto che è lecito chiedersi se esista un vero confine tra di essi. Spesso nella natura ritroviamo quelle geometrie che tanto ispirarono gli scultori e gli architetti classicisti, e l’impeto di una tempesta o l’immensità di un paesaggio montano mosse il pennello dei primi pittori romantici, ma come può un artista di oggi raccontare la natura?

Avete mai considerato l’ipotesi di poter scegliere quando incontrare i vostri vicini di casa, e quando invece uscire indisturbati dalle proprie dimore? Anna O’Gorman Architects ha la soluzione perfetta per voi.Questo studio di architettura ha sede a Brisbane, Australia, ed è stato inaugurato nel 2016. Il loro interesse è volto al design sostenibile, la comunità e la qualità della vita. In particolare, per la buona riuscita del progetto Anne Street Garden Villas, presso Southport, Australia, si è giustamente pensato di organizzare dei workshop in collaborazione con l’Housing Partnerships Office, Building Asset Services e l’Office di Queensland Government Architect, rivolgendosi direttamente ad un gruppo di persone campione, e chiedendo loro un feedback riguardo lati positivi e negativi del vivere gli uni accanto agli altri. Da tale incontro sono uscite richieste e opinioni relative ad elementi da inserire o togliere, per rendere la convivenza più piacevole, e temi che riguardano la comunità, la privacy, l’accessibilità, l’adattabilità.Il desiderio più grande sarebbe quello di far sentire gli inquilini come parte di una comunità, conservando, però, quell’autonomia che si ottiene da una tradizionale

casa indipendente. Per questo, con Anne Street Garden Villas, si è voluto ricreare l’esperienza di ritorno a casa: ogni ingresso è privato e fronte strada, garantendo un collegamento diretto con il quartiere, anche grazie alle diverse colorazioni utilizzate per ciascuna delle sette case.Privato è, inoltre, l’accesso che ogni residenza ha per accedere al giardino comune.La cosa più interessante è il poter scegliere come e quando interagire con i propri vicini grazie all’introduzione di punti di entrata e di uscita, lontano dagli spazi di congregazione, oltre a percorsi attraverso le aree comuni. Tutto questo è stato reso possibile mediante l’incontro sopra menzionato; imparando come i residenti vivono si possono creare luoghi perfetti come quello dedicato al caffè mattutino, l’angolo per i bambini e per i propri interessi personali (come una sala di musica o un posto dove ammirare qualche opera d’arte).Il progetto raggiunge, così, un livello di privacy visiva importante in cui ognuno ha i propri spazi e non sia condizionato dagli spostamenti e movimenti delle altre persone, sentendosi, però, al contempo sicuro in casa e con la consapevolezza di non essere da solo.

Giulia Poggioli