“Democratica ed estremamente contemporanea, la Chair 1:1 offre interessanti spunti di riflessione attorno alla progettazione industriale, puntando su una visione del prodotto come elemento inscindibile dalle modalità di vendita, acquisto, uso e dismissione.“
La figura del designer si trova spesso a confrontarsi con le necessità e le abitudini della società in cui vive e, di conseguenza, a realizzare prodotti che ne sono la fotografia. I primi due decenni del XXI secolo sono stati caratterizzati da un forte sviluppo del consumismo digitale, con la conseguente espansione delle aziende su questo fronte; il designer contemporaneo, si pone di frequente l’obiettivo di creare un bilanciato compromesso fra le esigenze del consumatore e del produttore. Questa è la premessa con cui i designer Alessandro Stabile e Martinelli Venezia hanno iniziato a confrontarsi con l’idea di un prodotto che rappresentasse la contemporaneità, fino alla realizzazione finale della Chair 1:1. La sedia ha richiesto un processo di ricerca e sviluppo durato cinque anni, iniziato nel maggio 2014, nel quale viene messa a punto una seduta montabile-smontabile monomaterica, prodotta in un solo colpo. Questa caratteristica ottimizza la grandezza del suo stampo e la velocità del processo produttivo, riducendo al minimo gli sprechi e rendendo possibile la sua vendita così come uscita dallo stampo, direttamente dalla fabbrica. Il risultato di questa strategia, che gli autori definiscono iperserialità, è un prodotto facilmente immagazzinabile e trasportabile: 26 sedie inscatolate infatti occupano solo 1 metro cubo di spazio, peculiarità fondamentale per la vendita on-line, anche in un’ottica di ecosostenibilità.
La Chair 1:1 soddisfa quindi pienamente le necessità dei produttori e grazie alla sua forma pulita e semplice, unita ad un montaggio facile e intuitivo senza bulloni o viti, offre al consumatore
un buon prodotto dal design evocativo ed emozionale. Questa sedia presenta infatti diverse particolarità che le consentono di instaurare immediatamente un rapporto d’affezione con il suo fruitore: la più importante è sicuramente il collegamento tra la forma del prodotto smontato appena uscito dalla sua confezione, e i kit in scatola dei giochi dell’infanzia, in grado di non lasciare indifferenti anche i meno nostalgici. Questo collegamento è sicuramente aiutato dalla scelta della plastica come unico materiale per la seduta, probabilmente il più demonizzato degli ultimi anni. Gli autori affermano di essersi più volte interrogati su questo tema, chiedendosi se fosse giusto, in un mondo saturo di prodotti, lavorare in direzione dell’iperserialità con un materiale come la plastica – “crediamo che il vero errore sia quello di accoppiarla con altri materiali che la rendono difficilmente riciclabile e di utilizzarla come packaging o in prodotti usa e getta. Il miglior modo per rendere un prodotto sostenibile è allungargli la vita, realizzarlo monomaterico e pensare all’intero processo di vita. Inoltre volevamo un prodotto di qualità, ma democratico, che potesse sostituire tutte quelle sedie di scarsa fattura e durata – Martinelli Venezia”.
Democratica ed estremamente contemporanea, la Chair 1:1 offre interessanti spunti di riflessione attorno alla progettazione industriale, puntando su una visione del prodotto come elemento inscindibile dalle modalità di vendita, acquisto, uso e dismissione; possiede quindi tutti i requisiti che il mondo del design richiede per diventare un pezzo iconico.
Niccolò Fustini