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Sei voci per l’oceano

“Un museo moderno, poetico e completamente ecosostenibile, in grado di parlare attraverso i sei volti che lo compongono.”

Siamo soliti immaginare il mondo sottomarino come un regno magico e armonioso, popolato da specie animali di straordinaria bellezza e adornato da alghe e barriere coralline, ma purtroppo non è così. Sotto la superficie esiste, infatti, un ecosistema fragile e finemente equilibrato, che nel corso dei decenni è stato degradato e inquinato dall’attività umana che, col tempo, ha portato a un deterioramento degli oceani e a un grave disfacimento della vita subacquea. Problematiche ora più che mai evidenti, e contro le quali negli ultimi anni sono state proposte diverse iniziative volte ad arginare l’inquinamento marittimo. Per questo motivo nella città francese di Cannes, nota per il suo legame con le arti dello spettacolo e conosciuta ai più per ospitare ogni anno l’omonimo festival cinematografico, è stato inaugurato lo scorso 1° febbraio un nuovo importante museo sottomarino. L’esposizione, finanziata dalla Maire de Cannes e commissionata dal sindaco David Lissard, è la prima installazione nel Mediterraneo ad opera dell’artista Jason de Caires Taylor e ha il preciso scopo di porre l’attenzione sul mare, fragile biosfera con urgente bisogno di protezione. L’area adibita a museo, in principio deposito per infrastrutture marine in disuso, è stata completamente sgomberata, rimuovendone i detriti, vecchi motori e barche abbandonate, così da ottenere un’ampia superficie libera a tutti gli appassionati di snorkeling, che oggi ospita la mostra.

Siamo soliti immaginare il mondo sottomarino come un regno magico e armonioso, popolato da specie animali di straordinaria bellezza e adornato da alghe e barriere coralline, ma purtroppo non è così. Sotto la superficie esiste, infatti, un ecosistema fragile e finemente equilibrato, che nel corso dei decenni è stato degradato e inquinato dall’attività umana che, col tempo, ha portato a un deterioramento degli oceani e a un grave disfacimento della vita subacquea. Problematiche ora più che mai evidenti, e contro le quali negli ultimi anni sono state proposte diverse iniziative volte ad arginare l’inquinamento marittimo. Per questo motivo nella città francese di Cannes, nota per il suo legame con le arti dello spettacolo e conosciuta ai più per ospitare ogni anno l’omonimo festival cinematografico, è stato inaugurato lo scorso 1° febbraio un nuovo importante museo sottomarino. L’esposizione, finanziata dalla Maire de Cannes e commissionata dal sindaco David Lissard, è la prima installazione nel Mediterraneo ad opera dell’artista Jason de Caires Taylor e ha il preciso scopo di porre l’attenzione sul mare, fragile biosfera con urgente bisogno di protezione. L’area adibita a museo, in principio deposito per infrastrutture marine in disuso, è stata completamente sgomberata, rimuovendone i detriti, vecchi motori e barche abbandonate, così da ottenere un’ampia superficie libera a tutti gli appassionati di snorkeling, che oggi ospita la mostra.

Il museo consiste in una serie di sei ritratti tridimensionali monumentali, ciascuno di oltre

due metri di altezza e dieci tonnellate di peso, situati a 2 – 3 metri di profondità, vicino all’isola di Sainte Marguerite, al largo della costa di Cannes. Le statue, progettate utilizzando materiali a ph neutro, così da attirare la flora e la fauna marittima, si basano sui ritratti degli stessi abitanti del luogo e coprono una vasta gamma di età e professioni, da Maurice, pescatore locale ottantenne, fino al giovane Anouk, studente di nove anni.

Una mostra incentrata sul mare, raccontata dai volti che hanno la fortuna di poterne godere tutti i giorni, volti che l’artista sceglie di dividere in due parti come a metafora stessa dell’oceano che, se da una parte è simbolo di forza e resilienza, dall’altra appare come un gigante debole, fragile e in continua decadenza.

Oltre allo spirito puramente eco – friendly dell’intervento, intento dell’artista è anche quello di omaggiare la città di Cannes, il tema della “maschera” esplicato dalle opere si collega infatti alla celebre storia dell’Ille Sainte Marguerite, ben nota come il luogo in cui venne imprigionato l’uomo con la maschera di ferro.

Un museo moderno, poetico e completamente ecosostenibile, in grado di parlare attraverso i sei volti che lo compongono; la triste realtà a cui i nostri mari sono continuamente sottoposti è un monito disperato per gli stessi visitatori, che in primis hanno il dovere di intervenire.

Matteo Stocchi