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Noma restaurant

“Nella sua forma più espressiva l’architettura è una rete composta da sensazioni e percezioni; una buona architettura riesce nel suo intento quando l’edificio in sé lascia intendere la funzione per la quale è stato realizzato e il concetto che esso vuole esprime.“

Nata da un’estrema semplicità e composta da ingredienti locali come carne e pesce, negli ultimi anni la gastronomia danese ha catturato l’attenzione di alcuni dei giudici di cucina più importanti del mondo, tanto da meritarsi il riconoscimento da parte della Guida Michelin che, lo scorso febbraio, ha premiato con 33 stelle 25 ristoranti della Danimarca, tra questi il Noma, uno dei più conosciuti e apprezzati di Copenaghen.

Noma nasce nel 2003 per volere di Renè Redzepi, storico proprietario che, dopo un primo periodo di attività, decise di chiudere temporaneamente il ristorante nel 2016, per poi riaprirlo due anni più tardi in un’altra struttura; la nuova location è situata a Christiania, noto quartiere sito a nord est di Copenaghen, sulle spoglie di un edificio pre-esistente, un tempo utilizzato come magazzino per le mine della Royal Danish Navy. La sfida, affidata allo studio di architettura BIG Group, è stata quella di collegare un complesso di edifici separati, per un totale di 11 spazi diversi, ognuno adatto a specifiche esigenze e realizzato con materiali legati alla propria funzione, come il salone interamente in mattoni che ricorda un tipico camino danese. La cucina è il cuore pulsante del Noma e attorno ad essa si sviluppa l’edificio stesso. Ogni componente

dell’esperienza offerta dal ristorante – arrivo, salone, selezione di vini – è infatti raggruppata attorno agli chef che hanno una visione completa sul locale e rendono partecipe ogni suo ospite. Il resto della struttura è collegato mediante corridoi che si diramano dal centro della stessa, realizzati in vetro coperto, così da rendere l’esterno parte integrante dell’architettura interna e della stessa esperienza culinaria. Un ampio set di finestre apre la vista su un grande giardino che permette agli ospiti di percepire tutte le stagioni e i dintorni naturali del ristorante; ci sono poi due serre che vengono impiegate come cucina di prova e forno.

Nella sua forma più espressiva l’architettura è una rete composta da sensazioni e percezioni; una buona architettura riesce nel suo intento quando l’edificio in sé lascia intendere la funzione per la quale è stato realizzato e il concetto che esso vuole esprime. Noma è un chiaro esempio di questa “buona architettura”. Il locale, piena espressione della cucina danese, nasce da due dei suoi ingredienti base, semplicità ed eleganza, che si denotano da spazi molto essenziali, dai materiali impiegati, e dal rapporto che l’intera struttura mantiene con l’ambiente naturale circostante. Natura e gastronomia si abbracciano per offrire vere e proprie esperienze di sapore, il tutto racchiuso in un’architettura funzionale, casa e tempio della cucina danese.

Matteo Stocchi