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IL POGGIO

Pubblichiamo, con l’uscita del ventunesimo numero della rivista, una Tesi di laurea egregia, discussa dalla studentessa Chiara Tufacchi, ora Designer a 360°, laureata presso l’Istituto Polo Michelangelo di Bologna, il famoso Istituto del Design a 360°. www.polomichelangelo.it

“Passi il ponte dallo Scoltenna, prendi la strada che va in su al ponte vecchio, dalla madonnina, poi giri a sinistra e così sei arrivato al poggio. Da che ricordo la nonna mi ha sempre parlato di come quelle terre avessero un’anima, di come ogni casa avesse un nome. Nel nostro comprensorio costituito da poche e semplici case di montagna, ognuno aveva il fienile e la stalla dove far alloggiare quei pochi animali da pascolo che garantivano il sostentamento o le attrezzature per coltivare le piantagioni, altra fonte di guadagno. Ognuna aveva un nome, aveva ovviamente anche un indirizzo ma il principale metodo di riconoscimento era secondo il nome non per via o civico. Le vignole, il casello, la ca’ bianca, le casette …la nostra: Il poggio.

Il poggio, forse per la caratteristica pressoché pianeggiante di questa terra circondata invece da monti e valli con una pendenza molto più elevata… Nome che ho voluto riprendere per la casa vacanze che s’andrà a creare sulle basi di questa cascina: un nome che racchiude in sé la terra, le tradizioni, le emozioni e la percezione della natura circostante con il conseguente effetto di benessere di cui anche alla nostra famiglia giovava.

La struttura che si andrà a progettare sarà caratterizzata da elementi, materiali, usi e tradizioni interconnessi con la natura e con questo territorio in modo da elevare il passato facendolo spiccare ed opporre al nuovo, il trionfo della tradizione sulla contemporaneità. La volontà di riportare questo luogo alla luce nasce dalla consapevolezza che sempre più persone, assuefatte dalla monotona e frenetica routine quotidiana, perdano di vista quali siano i valori della vita e gli ambienti in cui stanno bene. In questo luogo dove al rombo impetuoso delle automobili si sostituisce il canto spensierato degli uccellini, allo smog la fresca brezza montana, al cocente asfalto un prato inumidito dalla rugiada notturna; un luogo dove una persona oramai scevra da tutto ciò possa riconciliare sé stessa con quegli impulsi vitali ai quali lo stress si è anteposto.

Lo Shinrin-Yoku è una delle tante teorie per cui si possa ritrovare il benessere facendo un bagno nella foresta, in un ambiente verde salutare dove poter diminuire la pressione sanguigna e rafforzare il sistema immunitario, aiutare la concentrazione e la capacità di problem solving nonché di ridurre lo stress accumulato a valle. Il mondo d’oggi è caratterizzato da uno stress cronico, da una patina depressione, uno dei disturbi del nostro tempo, obbligati a ritmi sempre più frenetici: grazie ad Internet si ha tutto a portata di mano, il mondo a portata di un click, ma il rovescio della medaglia è che tutte le azioni che vent’anni fa sarebbero costate così tanto tempo e denaro che probabilmente ci avrebbero indotto a rinunciare ora non lo fanno più. L’uomo è l’unico essere dotato di un’autocoscienza con capacità analitiche ed empatiche a cui spetta dominare il mondo naturale: in base a questo principio l’umanità si è posta al di sopra della natura, degli animali e delle piante. Tale concezione meccanicistica del mondo ha influenzato la cultura, la medicina e la scienza europea in netta contrapposizione con la visione orientale secondo quale l’uomo non è superiore alla natura ma ne è parte integrante. È infatti grazie all’insieme che

si forma la grande natura. Il mondo è un sistema olistico, all’interno del quale ogni elemento gioca il proprio ruolo e il cui equilibrio garantisce il benessere dell’insieme. Il predominio dell’uomo a scapito degli altri elementi, turba questo equilibrio: la natura è in grado di porre rimedio da sola a squilibri di piccola entità ma se questo perdura e si manifesta su ampia scala, il benessere dell’intero ecosistema, compreso l’uomo, viene minacciato. La natura è alla base della nostra vita: senza di essa neanche esisteremmo. Come tutti gli esseri viventi siano costituiti dagli elementi di base e nonostante tutte le innovazioni tecnologiche per i nostri bisogni primari dipendiamo ancora dall’acqua, dalla luce solare, dal suolo fertile e dal suo cibo. Già nell’antica Grecia, Aristotele sosteneva che il mondo fosse fatto di terra, acqua, fuoco, aria, vuoto. La terra, solida e rigogliosa, simboleggia la materia primordiale, accoglie la vita e la nutre. L’acqua, fonte della vita, dalla sorgente diventa torrente, poi fiume fino a giungere nel mare, oltrepassando gli ostacoli che incontra nel suo cammino, arrivando fino ad addentrarsi nelle profondità della terra. Il fuoco, elemento purificatore e vivificatore, racchiude in sé il principio della vita, energia. L’aria, intangibile, è l’energia vitale che respiriamo, senza la quale non sarebbe possibile vivere; non può essere afferrata e rappresenta il respiro cosmico. La quintessenza, chiamata etere o vuoto, che costituisce la materia delle sfere celesti, l’essenza del mondo celeste, eterno, immutabile, trasparente. Oggi in termini scientifici si parla di solidi, liquidi, energia e gas. L’area piscine con due vasche completamente esterne e la cascatella che ossigena l’acqua.

INTERNI

Come per l’esterno il sasso deve essere protagonista, le finiture delle pareti e dei pavimenti dovranno quindi esaltarlo attraverso la stessa contrapposizione ossimorica usata per l’esterno. Materiali lineari come muri intonacati di colore chiaro e pavimenti o in legno dalla finitura naturale o in resina che richiamano una forma piatta si sposano bene con questa scelta. Un arredo scandinavo il cui schema colori riprende in toto i materiali sopra descritti unito ad una componente più minimalista in cui il superfluo, l’orpello viene abolito (il ritorno alla semplicità ed all’io a cui il cliente tenderà lasciando la propria città per passare dei giorni qui in vacanza) permetterà all’ambiente di essere confortevole ed allo stesso tempo pulito. Le forme dell’ambiente si comporranno con linee più nette e moderne del mobilio in contrapposizione agli elementi morbidi come divani, letti e poltrone che manterranno però la rotondità e l’irregolarità tipica del sasso riportando anche qui lo scontro di elementi opposti come per i materiali. La caratteristica forma di queste poltrone e divani simili alle nuvole faranno sognare chiunque vi si sieda trasportandone i pensieri in alto nel cielo e facendolo sentire tra le nuvole spensierato. Anche il camino dovrà avere una sua importanza nel salone d’entrata, verrà infatti ricostruito in modo da mantenere la forma precedente e una panca ne seguirà la base ospitando la legna a vista al di sotto di essa, questo contribuirà ad esaltare il contrasto riproponendo anche la tradizionale catasta di legna tipica delle case in montagna. L’ampia sala da pranzo avrà centrato un tavolo imponente con il piano in legno e sedie di stampo moderno in stile Kartell. Una parte seguirà la vetrata fissa e la porzione da terra a cielo potrà essere aperta in modo da mettere in comunicazione con l’ambiente esterno. Il fulcro: due piscine salate fuori terra con due altezze diverse collegate con una cascatella, la più bassa a sfioro e con idromassaggio raggiungibili grazie un deck con quattro gradini. Lo sfondo il fienile da quale uscirà una cascata d’acqua rilassante. Una zona doccia dove potersi sciacquare dal sale ed un solarium dove potersi godere i raggi del sole – Chiara Tufacchi.”