"Il rapporto tra arte e design, quale funzione hanno specificatamente queste discipline e se vi è un legame."
Il rapporto tra arte e design, ovvero quale funzione hanno specificatamente queste discipline e se vi è un legame, un terreno comune di agire oppure no, è un dibattito sempre aperto.
Al di là delle diverse opinioni in merito bisognerebbe intanto meglio approfondire che cos’è l’arte e cos’è il design e in tal senso per capire meglio questa distinzione occorre ricordare alcune considerazioni illuminanti di un maestro in questo campo, Bruno Munari, che pone in primo luogo un interrogativo ”Voglio esprimere la mia individualità senza limiti? O voglio aiutare le persone in ciò che fanno?”; “Voglio creare un prodotto unico, oppure un prodotto serializzato? - Bruno Munari”. Secondo Munari un designer non dovrebbe avere uno stile personale ma inventarne di differenti a seconda di quello che intende comunicare; l'artista deve essere riconosciuto tramite il suo stile mentre gli obiettivi del graphic designer sono capire la qualità del prodotto e, trovare un'immagine che comunichi quella qualità. In buona sintesi dalle parole del Maestro possiamo quindi dedurre che l’arte intrepreta, esplora, interiorizza e traduce secondo il linguaggio proprio dell’artista, il design invece deve perseguire un obbiettivo partendo da uno studio e da attenta osservazione quindi analizza una situazione e propone una soluzione.
Date queste premesse basilari vi è poi una considerazione a parte che riguarda il percorso di ciascun creativo che unisce nel proprio agire sia l’arte che il design. In questo contesto, per quanto riguarda la mia esperienza di designer e pittore, posso in sintesi descrivere quelli che sono stati i miei passi in un ambito e nell'altro e come, almeno da un certo punto in poi di questo cammino, abbia cercato conseguentemente, una vicinanza di linguaggio. A tale avviso è opportuno precisare che gli elementi di design che ho creato e a cui ho voluto dare un'assonanza con la fase pittorica del periodo parallelo, è stata determinata anche dal fatto che tali oggetti li ho essenzialmente pensati non con lo scopo di promuovere un prodotto eventualmente da serializzare ma, solo con il fine di realizzare l'oggetto come pezzo unico, seppur conferendogli una funzione e uno scopo, tenendo comunque ben presente il connotato estetico coerente con il linguaggio pittorico e grafico collaterale.
Per meglio esemplificare questo percorso tra
design e pittura, parto dalla fase iniziale, in cui la figura e il referente oggettivo erano gli obiettivi principali del mio fare pittura e legato all’epoca ad una fase marcatamente figurativa, con una rappresentazione abbastanza descrittiva dei soggetti o ambiti che volevo riprodurre.
Una seconda fase trova poi una diversa identità di linguaggio in una scena pittorica in cui forme e figure intervengono in modo slegato tra di loro, senza un nesso di costruzione scenica ma avulse da luogo e tempo, a determinare una situazione se vogliamo definirla con una etichetta, tra il metafisico e un'astrazione figurativa, perché sono presenti ancora immagini. Le forme di questo periodo sono stilizzate e rappresentano stati d’animo e concetti, ma sono in parte anche dei luoghi mentali. L’atmosfera è quasi metafisica, appunto, le immagini sono silenziose, ogni oggetto raffigurato parla e si esprime proprio perché inserito in quel particolare contesto.
Tutta la più recente fase artistica è invece caratterizzata dalla ricerca della sintesi, volta ad ottenere una totale essenzialità espressiva, affidando pochi e ben ponderati elementi geometrico-spaziali, evidenziando solo i rapporti cromatici ottenuti con tecniche pittoriche diverse. I dipinti che appartengono all’ultimo periodo parlano quindi con un linguaggio di pura astrazione, ottenuti con materiali diversi, alla ricerca sempre di una creatività completamente autonoma, e votata alla ricerca continua di esplorare, nella convinzione che nell’arte, il soffermarsi, magari compiacendosi, di ciò che si è fatto prima sia deleterio a mantenere sempre viva la voglia di trovare nuovi orizzonti espressivi, ovviamente tenendo sempre la bussola orientata verso una ricerca formale coerente. Da queste due ultime fasi pittoriche ho cercato di trasferire una stessa coerenza stilistica agli oggetti di design creati nello stesso periodo, compreso in circa vent’anni.
La sintesi formale espressa nella bidimensionalità di un dipinto ha trovato, quindi, applicazione anche in elementi destinati a una funzione pur mantenendo un significato esteticamente apprezzabile. Questi elementi di design sono pertanto accomunati da forme pulite, favorevoli anche per consentire l’utilizzo di materiali diversi, spesso inseriti allo stato “crudo”, per mantenere intatta la loro naturalezza valorizzata dalla sintesi formale del pezzo progettato.
Giampiero Brunelli