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Le pareti dell’Università della Virginia

Questi studi hanno rivelato che le strutture del suolo stampate in 3D possono supportare la crescita delle piante, ma sarebbero probabilmente limitate alle piante che possono sopravvivere con poca acqua​.“

Camminando tra gli scaffali dei supermercati, quando andiamo a fare la spesa, i nostri carrelli si riempiono di prodotti di vario genere, da quelli alimentari a quelli di pulizia per la casa; i quali sono contenuti all’interno di packaging, che possono essere di plastica, materiale molto comune utilizzato da diverse aziende, oppure di vetro o di cartone. Questi prodotti che noi compriamo comunemente, tutti i giorni, sono progettati da designer, pertanto sono packaging di design di massa. Immagino che non ci abbiate mai pensato e soprattutto che non abbiate mai associato una bottiglietta d’acqua di plastica, a un prodotto di design. Tali packaging, molto spesso, come quelli contenenti i biscotti o la pasta, sono generati da una ricerca e uno studio durato mesi e mesi, che non comporta solamente la produzione industriale del packaging, ma anche il sistema per il suo riciclo, chiamato ciclo di vita.

Oggi sono qui per raccontarvi una storia di rispetto, bellezza e innovazione positiva. Non voglio riempirvi la testa di frasi fatte sulla situazione critica a cui il nostro pianeta sta andando incontro, ma mostrarvi come impegno e dedizione possano superare ogni ostacolo per il benessere di tutti.

“Mi piace quando un fiore o un piccolo ciuffo d’erba crescono attraverso una fessura di cemento. E’ così dannatamente eroico.”

George Carlin

Il ventuno di luglio di quest’anno, 2022, è stato per la prima volta pubblicato un articolo dell’Università della Virginia a proposito del progetto “UVA RESEARCHERS 3D-PRINT SOIL STRUCTURES THAT CAN GROW PLANTS”.Ambizioso e innovativo, questo piano sta ottenendo un eco non indifferente dai più svariati angoli del mondo. E’ infatti la prima volta che viene proposto un progetto dove la tecnologia 3D incontra le necessità dell’uomo in ambito naturale ed ecologico.

Nel suo articolo di introduzione al progetto, Karen Walker ci racconta come le celebri menti dell’Università della Virginia si siano unite con uno scopo comune per raggiungere il più grande dei risultati: una eco-innovazione nel design e nell’architettura. Più in particolare ci spiega come sono riusciti a dimostrare che la stampa 3D di strutture geometricamente complesse fatte di suolo e seme è fattibile, introducendo un’innovazione chiave nella costruzione bio-based.La stampa 3D, o produzione additiva, nella progettazione architettonica e nella costruzione di edifici è un mercato emergente, guidato dall’interesse della comunità per gli edifici verdi e dalla necessità di alloggi a prezzi accessibili.Questo progetto unisce dunque due diverse necessità: salvare il nostro pianeta dalle nostre stesse mani, e garantire in futuro una casa bella e soprattutto economica a chiunque ne abbia bisogno.

La costruzione circolare basata sulla biodiversità si basa su un uso più efficiente delle materie prime nell’edilizia, contribuendo a sua volta a ridurre le emissioni di carbonio durante il ciclo di vita di un edificio. Non solo la maggior parte dei componenti e dei materiali utilizzati nel settore delle costruzioni non sono adattabili, riutilizzabili o riciclati durante o dopo il loro ciclo di vita, ma spesso non sono di provenienza locale. La rottura con l’attuale approccio lineare alla progettazione e alla costruzione di edifici a forma circolare richiede ricerca e prototipazione in architettura, ingegneria e costruzione.

Questi studi hanno rivelato che le strutture del suolo stampate in 3D possono supportare la crescita delle piante, ma sarebbero probabilmente limitate alle piante che possono sopravvivere con poca acqua. Quando una pianta vuole l’acqua, deve combattere il terreno per esso, esercitando una certa pressione per attirare l’acqua dal terreno e nelle radici. Allo stesso tempo, il suolo esercita una pressione propria per trattenere l’acqua, denominata potenziale matriciale. Se la pianta o il suolo vince questo tiro alla fune dipende dal tipo di terreno, dalla varietà della pianta e dalla maturità della pianta.

I ricercatori sono ottimisti riguardo questo progetto; i prossimi passi, tra cui la formulazione di inchiostri del suolo per una struttura più grande, anticipano che questa dimensione maggiormente estesa esacerberà i problemi come il cracking del suolo. Stanno inoltre sperimentando più materiali stratificati all’interno di uno stesso pannello, per isolare la parete interna e mantenerne l’umidità esterna.

Mi auguro che queste mie parole vi spronino ad essere sempre informati e curiosi riguardo le innovazioni future in giro per il mondo, soprattutto quando c’è in gioco la sopravvivenza del nostro pianeta.

Matteo Facello