“Praticamente privo di campo magnetico e con un’atmosfera molto rarefatta, Marte è continuamente esposto alla caduta di meteoriti che raggiungono il suolo e a forti radiazioni che possono tuttavia essere monitorate, tenendo sotto controllo l’attività solare.“
Fin dagli arbori, l’uomo è sempre stato un esploratore, mosso da un’insaziabile curiosità e desideroso di scoprire nuove terre di secolo in secolo, in cerca di condizioni migliori.
La realtà nella quale viviamo, con cambiamenti climatici e disastri ambientali che sono sempre più evidenti, spingono gli esperti a chiedersi se il nostro amato pianeta, che ci ha ospitato per così tanto tempo, possa continuare a farlo in eterno o se in futuro saremo costretti a cercare rifugio altrove.
Gli occhi dei Paesi più facoltosi, in cerca di una possibile soluzione, sono volti verso altri pianeti e per questo il governo degli Emirati Arabi ha incaricato, nel 2017, il Bjarke Ingles Group di progettare un prototipo di città su Marte, da edificare in una zona di circa 56.810 mq, situata a Dubai.
Temperature basse che oscillano tra i -150° e +20°, gravità pari a un terzo rispetto a quella terrestre e alti livelli di radiazione sono alcuni dei tanti problemi presentati dal “Pianeta rosso“ che, nonostante le sue enormi differenze, rimane ad oggi il mondo più simile al nostro, una sfida tanto complicata quanto avvincente e stimolante per gli architetti del Bjarke Ingles Group che rivelano: “Nella sua forma più fondamentale, l'architettura è l'arte e la scienza per rendere il nostro mondo più adatto alla vita umana. Ciò diventa fondamentalmente chiaro quando ci avventuriamo oltre le nostre origini terrestri per stabilirci in mondi stranieri”.
Praticamente privo di campo magnetico e con un’atmosfera molto rarefatta, Marte è continuamente esposto alla caduta di meteoriti
che raggiungono il suolo e a forti radiazioni che possono tuttavia essere monitorate, tenendo sotto controllo l’attività solare.
Per risolvere questa serie di problematiche, gli architetti si sono ispirati ai primi uomini e alla loro “architettura vernacolare”, nata dall’esigenza di insediarsi in ambienti geologicamente ostili muniti di pochissime risorse, sfruttando quindi il territorio circostante.
I professionisti di BIG Group hanno quindi ipotizzato di scavare all’interno del pianeta, creando delle cavità a bassa profondità così da conferire temperature più adatte al nostro corpo e un leggero riparo da meteori e radiazioni, questi crateri vengono poi coperti con una struttura esterna, a forma di cupola, che oltre a proteggere definitivamente dalle radiazioni permette l’irraggiamento solare e filtra l’aria respirabile.
Cupole di forme e dimensioni differenti sono in grado di ospitare un diverso numero di ospiti, partendo dai singoli, fino a costituire intere città.
Un ambiente completamente nuovo dove anche zone verdi come parchi e tetti giardino nascono per volere dell’uomo, implica rispetto e responsabilità verso questo nuovo mondo, come spiegano gli stessi progettisti di BIG Group: “la sfida non è preservare l'ambiente esistente, ma piuttosto progettare un ecosistema completamente nuovo creato dall'uomo, facendoci fare il passaggio dai custodi ai creatori del nostro piccolo circolo di vita marziano”.
Matteo Stocchi