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Times Reimagined

“Hanj è il nome che viene dato a una specifica tipologia di carta tradizionale coreana ricavata dal gelso, conosciuta anche come la carta dei mille anni per la sua grande resistenza.“

Camminando tra gli scaffali dei supermercati, quando andiamo a fare la spesa, i nostri carrelli si riempiono di prodotti di vario genere, da quelli alimentari a quelli di pulizia per la casa; i quali sono contenuti all’interno di packaging, che possono essere di plastica, materiale molto comune utilizzato da diverse aziende, oppure di vetro o di cartone. Questi prodotti che noi compriamo comunemente, tutti i giorni, sono progettati da designer, pertanto sono packaging di design di massa. Immagino che non ci abbiate mai pensato e soprattutto che non abbiate mai associato una bottiglietta d’acqua di plastica, a un prodotto di design. Tali packaging, molto spesso, come quelli contenenti i biscotti o la pasta, sono generati da una ricerca e uno studio durato mesi e mesi, che non comporta solamente la produzione industriale del packaging, ma anche il sistema per il suo riciclo, chiamato ciclo di vita.

Progettato dallo studio Stefano Boeri Architetti specificatamente per questo luogo, Hanji House è il padiglione introduttivo alla mostra Times Reimagined, che ospita 40 grandi rilievi in carta di gelso, sculture e installazioni dell’artista coreano Chun Kwang Young, un vero e proprio “laboratorio multidisciplinare”, presso il Palazzo Contarini Polignac, a Venezia.

“Hanj” è il nome che viene dato a una specifica tipologia di carta tradizionale coreana ricavata dal gelso, conosciuta anche come la “carta dei mille anni” per la sua grande resistenza. E anche lo strumento di creazione prediletto da Chun, che lo trasforma – con simbolismo storico e culturale – in creature metamorfiche che ricordano esseri viventi o scene spettacolari.

Installata nei giardini del Palazzo, con vista sul Canal Grande, la Hanji House è una struttura architettonica in legno, che rappresenta un modello di paper-tree architecture e che, da lontano, diventa una “lanterna di luce”. Il progetto è ispirato dall’atto, giocoso e allo stesso tempo meditativo del piegare la carta in un numero infinito di modi. La forma ricorda infatti le antiche pratiche dell’Asia orientale di origami e tangram, oltre alle tradizionali case coreane e giapponesi,

basate su una semplice modularità geometrica. In questo caso, l’oggetto è costituito dalla semplice combinazione di volumi: quattro piramidi in cima a un parallelepipedo definiscono al centro una superficie planare a forma di rombo regolare.

Dall’esterno, l’involucro conferisce alla Hanji House l’aspetto di un oggetto prezioso e insieme originale, un faro per illuminare sia la splendida architettura rinascimentale in cui si trova che le opere d’arte che lo circondano.

All’interno della Hanji House, un’installazione artistica interattiva in tempo reale è stata sviluppata dal media artist Calvin J. Lee. Lee ha trasformato in forma virtuale i pacchetti hanji triangolari creati dall’artista Chun Kwan Young. L’ambiente tranquillo all’interno della Hanji House offre uno spazio immersivo per i visitatori per rilassarsi ed esplorare le opere di Chun.

Chun Kwang Young lavora da 30 anni sul tema dell’interconnessione tra gli esseri viventi e i valori socio-ecologici delle loro relazioni. In ecologia, l’interconnessione è un fattore assoluto per la riproduzione e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, essenziale per garantire la biodiversità e migliorare la sostenibilità in qualsiasi condizione avversa.