
“L’idea del progetto consiste nel visualizzare e riportare in vita opere architettoniche andandole a ricostruire con la luce e a mostrare e volgere l’attenzione su come sarebbero state all’epoca del loro massimo splendore.”
Studio DRIFT ha recentemente avviato un progetto di ricostruzione visiva di strutture e opere antiche, riportandole al loro stato originario come se il tempo non fosse mai passato; questo mediante le tecnologie hi-tech e droni di cui l’azienda dispone, anche grazie alla collaborazione con Nova Skystories.
Lo studio è stato fondato nel 2007 da due artisti olandesi, Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, i quali hanno iniziato la loro carriera come artisti individuali e, solo successivamente, dopo la laurea, si sono trovati a collaborare condividendo uno studio che attualmente comprende un team di 64 persone. Entrambi si occupano di ingegneria, Lonneke di elettronica, Ralph invece di meccanica, creando così un ottimo lavoro di squadra.Il pensiero e l’obiettivo comuni sono il desiderio di lavorare su sculture, installazioni e performance esperienziali, manifestando “i fenomeni e le proprietà nascoste della natura con l’uso della tecnologia per imparare dai meccanismi sottostanti della Terra e ristabilire la nostra connessione con essa – DRIFT.” I loro progetti tendono a non volersi limitare alle pareti di una sala da museo o di una galleria, ma spesso vogliono arrivare e colpire la sfera pubblica attraverso l’architettura. “DRIFT porta le persone, lo spazio e la natura sulla stessa frequenza, unendo il pubblico con esperienze che ispirano una
riconnessione al nostro pianeta – DRIFT.” In collaborazione con i droni di Nova Skystories, il tentativo sarebbe quello di utilizzare la tecnologia per reinventare il futuro dell’architettura e, magari, vedere un domani artisti rappresentare in modo scenografico, ma sostenibile, la loro arte. Inoltre, la prima installazione artistica dello studio è stata organizzata nel 2017 e denominata Franchise Freedom. L’idea del progetto è venuta proprio durante questo evento a Ralph Nauta, seguentemente ad un brainstorming con Bjarke Ingels dello studio internazionale BIG, la quale consiste nel visualizzare e “riportare in vita” opere architettoniche andandole a ricostruire con la luce e a mostrare e volgere l’attenzione su come sarebbero state all’epoca del loro massimo splendore. Con tempi più rapidi abbiamo ora la possibilità di vedere davanti ai nostri occhi una parvenza di ciò che in passato ha richiesto lunghi periodi di impegnativo lavoro e sforzo fisico, anche se, al contempo, quelli di DRIFT rimangono progetti che richiedono un certo studio e molto impegno nello sviluppo della tecnologia desiderata. Per il futuro, questo metodo di visualizzazione potrebbe davvero essere di aiuto per mostrare ad una comunità come sarà la sua città e, come nuove strutture possano andare a modificare ed arricchire il paesaggio circostante.
Giulia Poggioli

